Si è svolto il 7 Giugno, nell’aula polifunzionale dell’Itis di Pomarance, l’evento conclusivo del progetto “Noi scegliamo la non violenza”, realizzato nel corso dell’anno scolastico 2017/18 da alcune classi dell’ITCG Niccolini di Volterra e dell’ITIS Santucci nell’ambito di un’iniziativa dell’Università di Bari, finanziata dal Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità.
Il percorso intrapreso dalle classi III CA e IIIAP del Niccolini e III e II A del Santucci, guidate e coordinate dalle professoresse Roberta Biondo, Nicoletta Caroti, Laura Casalecchi, Giulia Nava e Tiziana Reali, ha avuto come finalità la sensibilizzazione degli studenti ai temi del rispetto, della non violenza, della lotta ad ogni forma di discriminazione.
I 129 alunni impegnati in questo lungo e intenso itinerario di
studio e approfondimento si sono soffermati sul fenomeno della violenza di genere, analizzandolo sotto i molteplici aspetti che lo caratterizzano e che vanno dalla violenza verbale e psicologica a quella fisica, fino al limite estremo del femminicidio.
Le prospettive d’indagine sono state diverse e interdisciplinari, ma tutte convergenti nel raggiungimento dell’obiettivo comune: educare al rispetto e alla non violenza.
Si è affrontato l’argomento dal punto di vista linguistico, giuridico e storico-geografico, con particolare attenzione ai più comuni stereotipi discriminatori e sessisti, il cui potenziale lesivo è oggi più che mai amplificato dai mass media e dall’abuso dei social network.
Molti gli spunti e gli strumenti forniti ai ragazzi per portare a termine efficacemente questo loro viaggio ideale tra i labirinti e i pericoli di un fenomeno di così drammatica attualità: letture di romanzi e saggi sia italiani che stranieri, proiezione di film, ascolto di brani musicali, incontri e laboratori con formatori e registi teatrali, scambio di esperienze con operatori sociali del territorio nonché di realtà socio-economiche e culturali diverse da quella toscana.
Tra le varie collaborazioni realizzate, si segnalano l’incontro/laboratorio con Anneth Henneman sul tema della condizione femminile delle donne islamiche; la visita guidata a Villa Arianna, antica dimora romana a Castellammare di Stabia, nel corso della quale si è ripercorsa la situazione della donna greca e romana; l’incontro, sempre nel comune campano, con le bravissime e instancabili operatrici del Centro antiviolenza “Stabia donna”. Infine, il riuscitissimo incontro con la dottoressa Eleonora Pinzuti, dedicato ai genitori degli studenti, nel corso del quale la preparatissima relatrice, ha toccato temi delicati e spinosi quali la violenza, il bullismo, il cyberbullismo, le dipendenze, le problematiche relazioni di coppia e quelle tra genitori e figli, spaziando dall’uno all’altro con magistrale competenza professionale e comunicativa, in un clima di grande empatia con le famiglie presenti.
Gli studenti, ragazzi e ragazze, fortemente motivati e coinvolti, hanno lavorato con interesse e passione, procedendo, di volta in volta, alla rielaborazione dei contenuti analizzati e alla loro trasposizione sotto forma di elaborati individuali o di gruppo, tutti lavori dai quali sono emersi, in modo sorprendentemente autentico, emozioni, vissuto personale, piccole e grandi paure, rabbia, speranza.
C’è un magnifico affresco a villa Arianna, raffigura la giovane principessa cretese ingannata dall’ingrato Teseo e da questi abbandonata sull’isola di Nasso. Arianna, oramai sola al mondo e tradita dall’uomo che ama, viene infine salvata dal Dio Diomede che se ne innamora e la sposa, non prima di averle donato uno splendido diadema d’oro creato da Efesto. Narra la leggenda che Il diadema di Arianna, lanciato in cielo, sia andato a formare la costellazione della Corona Boreale.
Questo è il mito.
Ben diversa è la realtà e le giovani studentesse del Niccolini sanno oramai perfettamente che per tutti gli inganni e le offese che una donna subisce, non sempre c’è un Diomede pronto a salvarla, che la strada è un’altra e che è bene che Arianna, forte e consapevole, si prepari ad ogni evenienza e a salvarsi da sola, se occorrerà.
Hanno capito bene, queste piccole donne, che il diadema di Efesto non esiste e che le uniche stelle che vediamo brillare rappresentano invece le innumerevoli donne vittime di violenza, quelle che ci fissano dall’alto, quasi ad ammonirci di non far spegnere il loro ricordo e la speranza del cambiamento.
Lo hanno capito bene anche i loro compagni, al termine di questa esperienza indubbiamente più maturi e sensibili, sicuramente meno maschi e più uomini.
Volterra 08/6/2018
(Docenti referenti: R. Biondo, N.Caroti, L.Casalecchi, G.Nava,T.Reali)