Concluso il primo percorso della classe ad indirizzo enogastronomico nella Casa di Reclusione di Volterra. Con gli esami di stato, i ragazzi che cinque anni fa si erano iscritti alla classe prima del corso alberghiero hanno raggiunto il loro diploma. Un traguardo importante per tutti i ragazzi del quinto anno di istruzione superiore ma, per loro, ragazzi drop-out e detenuti, ancora più significativo.
Tutto era iniziato nel 2013, quando la Direttrice del Penitenziario di Volterra, Dr.ssa Maria Grazia Giampiccolo e il Dirigente dell’ITCG “F. Niccolini” di Volterra, Prof.ssa Ester Balducci, dettero il
via ad un progetto sperimentale unico a livello italiano, europeo e mondiale: un corso per operatori enogastronomici costituito da detenuti e da ragazzi/ragazze che avessero già compiuto 16 anni e che avessero abbandonato il percorso scolastico regolare.
Una bella sfida, conclusasi, visti i risultati, con successo. Un’esperienza, da molti, definita eccezionale e innovativa che, nel corso di questi anni, ha attirato sul colle volterrano molte personalità, incuriosite da un modello educativo vincente. E non era scontato. “Il percorso è stato faticoso, soprattutto nei primi due anni di corso – ha ammesso il Prof. Alessandro Togoli, docente dei ragazzi della 5CE - e i problemi non sono stati pochi. Una gestione non facile sia da parte di operatori, educatori, docenti e personale del penitenziario, sia da parte degli alunni che hanno dovuto imparare a conciliare esigenze, bisogni e risorse estremamente diversi”.
Molti, al principio, erano gli studenti intenzionati a proseguire fino alla terza classe, ottenere la qualifica IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) e abbandonare gli studi. In terza, soltanto una ragazza ha optato per questa soluzione: tutti gli altri hanno voluto continuare fino al quinto anno e conseguire il diploma, con buonissimi risultati. Cinque studenti hanno ottenuto una votazione tra il 60 e il 63 su 100; poi c’è stato un 72, un 81, un 88 un 95. Tra i dieci maturandi, anche un’eccellenza: si tratta di un interno che ha ottenuto 100/100.
Per i ragazzi il corso ha rappresentato una grandissima vittoria. Per gli interni è stato un percorso di riabilitazione personale che è andato non solo ad ampliare e/o arricchire il bagaglio di conoscenze e abilità di ciascuno, ma soprattutto a sviluppare e/o rafforzare quello spirito di collaborazione, di aiuto e di supporto nei confronti di altre persone. Fondamentale è stato l’aiuto, anche didattico, di alcuni interni nei confronti dei ragazzi che, inizialmente in difficoltà in alcune materie, hanno potuto continuare il loro percorso di studi senza troppe difficoltà. Che dire poi di loro, gli esterni, ragazzi e ragazze che, senza questa scuola, sarebbero entrati nel mondo del lavoro privi di quel famigerato straccio di diploma che comunque serve e che, grazie a questa sperimentazione, fortemente voluta da Carcere e Niccolini, hanno avuto una opportunità in più da spendere. Perché questa è stata: un’opportunità offerta loro per ottenere quello che, per svariati motivi, avevano perso, abbandonando la scuola “normale”. Volterra ha dato loro un modello scolastico con, al centro, il percorso dello studente, con le proprie esperienze, i vissuti, i saperi pregressi, gli stili personali di apprendimento. E la prova è stata superata brillantemente.
Volterra, 11 luglio 2018
Responsabile della Comunicazione
ITCG “F. Niccolini” Volterra