Il “Niccolini” in Turchia per il progetto COMENIUS.
Nella quarta e penultima tappa del Progetto Europeo Comenius “Vie parallele - Le vie del commercio del sale e della cultura”, con la partecipazione di Italia, Turchia, Bulgaria, Polonia e Romania, una delegazione di insegnanti e studenti dell’ ITCG “Niccolini” di Volterra, coordinata dai Proff. Riccio, Salvini e Veracini, ha reso visita ai colleghi turchi di Gelibolu.
La città di Gelibolu, nella regione di Marmara, provincia di Çanakkale, è famosa perché nel 1915 vi si svolse la campagna dei Dardanelli, l'operazione anfibia più importante della Prima Guerra Mondiale e il primo esempio di invasione dal mare dei tempi moderni. La battaglia si risolse con il reimbarco forzato delle truppe della Triplice Intesa (sistema di alleanze politico-militari tra l'Impero britannico, la Terza repubblica francese e l'Impero russo, culminati nell'accordo anglo-russo del 1907) dopo che avevano subito pesantissime perdite nel tentativo di occupare le trincee turche.
Da sempre le strade hanno ricoperto un ruolo importante per l’insediamento umano, per la nascita e lo sviluppo delle città, attraverso la strada l’uomo, in ogni tempo, ha raggiunto i luoghi diversi delle sue attività. Lungo queste stesse vie sono passati nei secoli artisti, viaggiatori, letterati, pellegrini, santi, musicisti che ne fecero anche luoghi di scambi culturali: furono le prime “reti fisiche” antesignane delle attuali reti virtuali. Con la costruzione di strade più comode e il passaggio della ferrovia, quelle antiche strade sono state dimenticate e abbandonate. Con questo progetto si vuole riportarle alla luce nel loro antico tracciato e nel territorio che attraversavano, per riconsegnare strade e personaggi alla storia, inserirle, come meritano, nel circuito storico, culturale, turistico europeo, disegnando una rete potenziale di sentieri tra Paesi e città: gli studenti ricostruiranno la rete di rapporti commerciali e culturali intercorsi nel passato tra i loro paesi, confronteranno quella situazione con quella attuale, acquisteranno la consapevolezza e esperienza diretta che la cittadinanza europea ha radici storiche. Queste “vie parallele” del commercio e della cultura diventeranno le strade “Comenius”, le strade di “nuove alleanze di pace” in nome della cultura che le ha attraversate, unendo oggi ciò che, forse, un tempo le ha divise.
Partecipando a questo progetto il “Niccolini” propone le sue riflessioni e le sue indicazioni per evidenziare nuove strade e nuove strategie. Da una parte è importante riscoprire il patrimonio economico/culturale andato perduto, sia come fattore educativo sia come risorsa economica ed attrazione turistica, perché il far ritornare alla luce le strade del sale, come itinerario che coniuga storia, economia, paesaggio, cultura è stimolante e significativo. Ulteriore elemento importante è la conseguente apertura all’Europa, in un rapporto di condividere, di offrire e ricevere, in un percorso che propone una sintesi fra aspetti comuni e diversità.
La nostra scuola ha, in questa direzione, molto da imparare, ma può anche offrire un proprio significativo contributo. La sua vocazione ed attenzione alle nuove tecnologie, informatiche ed elettroniche, può essere condiviso e messo a disposizione del Progetto, così come può essere messo a disposizione il lavoro dell’accessibilità per tutti e del superamento delle barriere architettoniche in ogni luogo, dalle strade, ai palazzi, alle chiese, ai percorsi naturalistici. Tale attività, denominata “Progettare per tutti”, è ormai consolidata nel corso geometri ed è riconosciuta e valorizzata da enti pubblici e privati, quali le Regione Toscana, il Comune di Volterra ed i Comuni della Val di Cecina, le Associazioni dei diversamente abili, le Unità Sanitarie Locali e Provinciali.
Da questo scambio di competenze, di abilità, di saperi teorici e pratici la nostra scuola avrà un arricchimento e sarà pronta ad arricchire anche gli altri partner.
La prossima settimana pubblicheremo un resoconto di questa esperienza con commenti ed impressioni degli studenti partecipanti. E sveleremo particolari curiosi sul nome della città di Gelibolu.
Abbiamo raccolto le impressioni dei nostri studenti in visita in Turchia per il Progetto Europeo Comenius “Vie parallele - Le vie del commercio del sale e della cultura”.
Che accoglienza vi è stata riservata in famiglia a Gelibolu ?
La “mia” famiglia è stata molto gentile ed accogliente con me. Ciascuno si preoccupava sempre che io avessi tutto quello di cui avevo bisogno, mi chiedevano continuamente se mi trovavo bene e se ero a mio agio. Melis, la ragazza che mi ospitava, è stata davvero amichevole, la sera mi portava con lei e i suoi amici a fare una passeggiata per la città e ci siamo divertiti tanto; è dispiaciuto a tutti che dovessi andare via, ci siamo scambiati i contatti facebook e ogni tanto ci sentiamo. L'ultimo giorno Melis, la sorellina e i suoi genitori mi hanno fatto conoscere dei parenti, anche loro gentili e simpatici. Poi, la sera, tornati a casa, mi hanno fatto vedere alcune vecchie foto tra cui quelle del loro matrimonio. Il giorno della partenza mi hanno fatto un regalo, la mamma mi ha abbracciato e mi ha detto che quando tornerò in Turchia la loro casa sarà sempre aperta per me. Melis non voleva che andassi via, era molto triste e quando siamo partiti dalla Scuola tutte le ragazze si sono messe a piangere. (Isabel)
E nella Scuola ?
Quando siamo arrivati a scuola, le ragazze e i professori tutti insieme ci sono venuti incontro per accoglierci. Ci hanno tempestato di domande e abbiamo intrattenuto con loro una lunga conversazione, parlando di argomenti generali, per instaurare il dialogo. Durante la visita, ci siamo divisi in gruppi e le nostre colleghe turche ci hanno mostrato le varie attività di laboratorio praticate in quella Scuola. (Elisa)
Io sono stato assegnato al laboratorio della cucina e mi sono sentito molto strano perché non riuscivo a comunicare con gli altri, perché non capivo la lingua; poi ci sono riuscito ed ho fatto anche delle amicizie. Nel pomeriggio ci siamo riuniti in un piccolo teatro dove abbiamo potuto mostrare alla platea straniera il lavoro che avevamo preparato. (Tommaso)
L'incontro con i ragazzi turchi e degli altri paesi partecipanti al Progetto è stato senz'altro unico, abbiamo stretto subito belle amicizie con le ragazze dell'Istituto, che ci hanno accolto con grande calore. E' stato bello e molto importante essere accolti e fare conoscenza senza pregiudizi e rispettandosi l'un l'altro. (Selene)
Quali affinità e differenze avete osservato tra le nostre culture ?
Le nostre culture hanno qualche affinità, ma ciò che rimane più evidente, sono le numerose e profonde differenze. La religione gioca un ruolo fondamentale in Turchia dove, alla pari di tutti i paesi islamici, la vita è fortemente condizionata dalla dottrina e dalle regole che essa pone ai suoi seguaci. Per esempio è vietato l’uso della carne di maiale e delle bevande alcooliche. Qui anche la scuola è diversa, maschi e femmine sono divisi in istituti specifici, frequentati solo da alunni dello stesso sesso. La scuola partecipante al Comenius, ad esempio, è una scuola femminile e, tra le materie insegnate, ci sono anche la cucina e il cucito, legate a quegli aspetti della vita in cui la donna turca non può avere lacune. Questi fatti hanno notevole discordanza con la cultura occidentale, che si sta distaccando dalle fedi creando una società sempre più laica. Un altro aspetto che mi ha colpita in maniera particolare è l’attaccamento al sentimento nazionale, che non si limita certo a guardare la partita di calcio o a festeggiare ricorrenze : per esempio i ragazzi e i professori, prima di iniziare le lezioni, si riuniscono per cantare l’inno nazionale. (Elisa).
Mi ha colpito una grande somiglianza tra le nostre culture: la cena. La tavola viene apparecchiata in salotto e i familiari cenano tutti insieme, proprio come da noi. Ci sono piatti separati per le diverse portate, a differenza di tutti i paesi occidentali considerati “sviluppati”, come Inghilterra e Germania, dove prevale il “piatto unico”. Grandi differenze tra le due culture non ne ho trovate, salvo il dover depositare le scarpe fuori dalla porta d’ingresso ed utilizzare in casa le ciabatte, fornite da loro. (Alice)
Avete avuto problemi di comunicazione ?
Abbiamo avuto qualche problema a comunicare perché poche ragazze turche vantavano una buona padronanza della lingua inglese. Esse hanno svolto, spesso e volentieri, il ruolo di interprete per far partecipare ai dialoghi le loro compagne. Invece con i ragazzi e i professori provenienti come noi dal resto dell’Europa, non ci sono stati grossi problemi : abbiamo scambiato battute e fraternizzato parlando in inglese. Non eravamo certo tutti dei madrelingua, ma siamo riusciti comunque a capirci senza troppe difficoltà. (Elisa)
La famiglia che mi ha ospitato non parlava assolutamente inglese, infatti il primo giorno non sapevo come fare: ho dovuto scrivere su un foglio la frase in inglese, poi la ragazza l'ha tradotta con il dizionario. La maggior parte dei turchi che abbiamo incontrato parlano l’inglese ad un livello elementare . (Isabel)
La comunicazione in famiglia è stata sicuramente un grosso problema, visto che nessuno parlava inglese se non ad un livello elementare. Già la prima sera, appena arrivata, mi sentivo un pesce fuor d’acqua: tutte quelle persone mai viste prima che parlavano una lingua a me totalmente sconosciuta, guardandomi e parlando sicuramente di me !!! Comunicare e fare il mio messaggio chiaro e tondo è stata un’impresa: il più delle volte infatti finivo col farmi capire a gesti !!! (Alice)
E con la cucina come è andata ?
Il cibo che trovavo tutte le sere a casa della mia famiglia ospitante era decisamente buono, anche se la maggior parte delle volte non capivo che cosa stavo mangiando. Le abitudini culinarie sono sicuramente diverse: per colazione, infatti mi è capitato di mangiare pane fritto e pomodori, ma ciò non significa che non l’abbia apprezzato. A cena, la mamma preparava una sorta di “zuppa di pomodoro” con una pasta strana, simile ai pinoli; per secondo c’era spesso la carne (probabilmente di agnello) mista con delle verdure. (Alice)
La colazione è stata un po' un trauma per me : pomodori, olive, formaggio, sfoglie con dentro il caprino … (Isabel)
Il dessert, che non è stato di mio piacimento, era quasi sempre un dolcetto con miele e caramello che risultava stucchevole al palato. I turchi bevono moltissimo tè durante la giornata: a colazione, dopo pranzo, nel pomeriggio, dopo cena e prima di andare a dormire. (Elisa)
I sapori sono molto diversi da quelli nostri, sono molto piccanti. Alcune cose le ho trovate deliziose, ma diciamoci la verità, la cucina italiana è la cucina italiana..! (Lucrezia)
E com’è Istanbul ?
Quei due giorni passati a Istanbul ci hanno permesso di vedere delle cose veramente uniche e che io personalmente non avevo mai visto e che non immaginavo. Ciò che mi ha colpita di più è stata sicuramente la gita sul battello nel canale del Bosforo, con la magnifica vista sui due continenti: l’Europa da una parte e l’Asia dall’altra. È una città grande, colorata, e varia ma sicuramente non caotica e assolutamente tranquilla. Questa era una cosa che sinceramente non mi aspettavo: pensavo infatti di trovare una città confusionaria, piena di traffico e poco sicura, ma mi sono dovuta ricredere. Di notte, illuminata, era veramente bellissima e mi è rimasta impressa l’immagine della suggestiva Moschea Blu. Per non parlare del Grand Bazaar (Kapali Carsisi), un vero e proprio labirinto pieno di soggetti unici il cui compito, più che vendere, è contrattare con il cliente i prezzi dei loro oggetti. Sono rimasta incantata dalle numerosissime lanterne colorate, di qualsiasi tipo, tanto che ne ho acquistata una e l’ho appesa in camera. (Alice)
A mio parere è una città fantastica, colma di vita e tradizioni. (Lucrezia)
Che cosa pensate a proposito dell’entrata della Turchia nella Comunità Europea ?
Io penso che la Turchia sia già molto più europea che asiatica e credo che potrebbe tranquillamente entrare a far parte della Comunità Europea. (Isabel)
Per me, la Turchia sarebbe validissima come paese della Comunità Europea: non è ancora economicamente sviluppata come i paesi occidentali, però è sulla buona strada. Per esempio, una cosa che ho notato è la grande (forse troppa) presenza di negozi di elettronica per le strade di qualsiasi città; e questo denota uno sviluppo crescente della comunicazione. (Alice)
Potresti sintetizzare con una frase questa esperienza ?
Abbiamo avuto l'opportunità di visitare un Paese sotto certi aspetti meno sviluppato dell'Italia, e questo ci aiuta ad apprezzare maggiormente tutto ciò che noi abbiamo a disposizione, anche le cose apparentemente più semplici, come l'acqua corrente in casa. In breve, la nostra è stata veramente un'esperienza sensazionale sotto tutti i punti di vista, da consigliare a chiunque!! (Selene)
(Grazie a Tommaso Barbafiera, Lucrezia Camarlinghi, Elisa Nocenti, Alice Pineschi, Selene Pinna, Isabel Turdo per il loro contributo)
PS. Avevamo promesso di svelare qualche particolare curioso sul nome della città di Gelibolu. Ebbene la turca Gelibolu, in greco Kallipolis ("bella città"), è omonima della pugliese Gallipoli. Anche la nostra Olbia è omonima di Olbia Pontica, antica città sorta sulla foce del Bug Meridionale, sulle rive nord del mar Nero. E così possiamo cogliere l’omonimia tra Sardi, antica città dell'Asia Minore (oggi Turchia), capitale del regno di Lidia nel VII secolo a.C., e la nostra Sardegna. Come la Lidia e la Lybia … Tracce dell’attività e degli spostamenti di antiche popolazioni molti secoli prima di Cristo con interpretazioni degli storici controverse e non ancora definitive … . Ma questa è un’altra storia.