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Celebrazione IV Novembre 2013

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 ivnovembre                       Volterra 4 Novembre 2013 

    “….  se non ci ricorderete, noi che moriamo,
non dormiremo anche se i papaveri
cresceranno sui campi di Fiandra.
”              

    

Il 4 novembre, nella Sala del Consiglio del Comune di Volterra,  Noi  studenti dell’ITCG F Niccolini : Gabriele Bianciardi, Alessandro Rosi, Elisa Nocenti, Federica Filingeri, Volodymyr Yerofyeyev, Barbafiera Tommaso, Elia Fulceri coordinati dal nostro Prof Maurizio Righi, abbiamo voluto presentare a tanti  nostri compagni delle scuole cittadine e dell’Itis di  Pomarance, alle autorità civili e militari, ai cittadini della nostra città, gli eventi della  prima guerra mondiale.

Letture di poesie tratte da poeti di guerra Britannici  e Canadesi, Italiani, di una lettera scritta alla mamma da un soldato poco prima dell’attacco, clips e spezzoni di films si sono susseguiti a ritmo incalzante,  intervallati dalla musica di Bob Dylan, De Andrè  e dei Modena City Ramblers.

Il nostro  intento è stato quello di riflettere insieme sull’effettiva natura e sui veri obiettivi delle operazioni militari di quegli anni, che videro la guerra divenire un affare per grandi industriali, politici corrotti, funzionari statali e generali senza scrupoli.

All’inizio della guerra molti giovani intellettuali che avevano all’incirca la  nostra età, si arruolarono con tanto entusiasmo e grandi ideali; i giornali la presentavano come una grande emozionante avventura in difesa della patria. La gente a casa non sapeva veramente quello che stava accadendo sui campi di battaglia, finché un gruppo di soldati-poeti iniziò a scrivere testi dove la guerra veniva presentata nella sua vera essenza, fatta di  fame, sofferenze fisiche e morali, corpi insanguinati, compagni fatti a brandelli nel momento dell’attacco o soffocati dai gas venefici.  Quei poeti  descrissero i fangosi campi di battaglia di Francia  e delle Fiandre,  costellati da papaveri rossi  o le trincee pietrose del nostro altopiano di Asiago  e delle nostre Alpi.

Fu  una “carneficina” orrenda, che lasciò dietro di sé soldati mutilati gravemente sia nella mente che nel corpo.

Significativa ci è sembrata  la poesia di Wilfred Owen Dulce et decorum est (E’ Dolce Morire per La Patria) dove retorica ed alone romantico della guerra vengono demolite definitivamente nella figura di un soldato che in modo tardivo riesce ad indossare la maschera anti gas:

 

 

(….) Il GAS! IL GAS! Svelti ragazzi! - Come in estasi annasparono,

infilandosi appena in tempo i goffi elmetti;

ma ci fu uno che continuava a gridare e a inciampare

dimenandosi come in mezzo alle fiamme o alla calce...

Confusamente, attraverso l'oblò di vetro appannato e la densa luce verdastra

come in un mare verde, lo vidi annegare.



In tutti i miei sogni, davanti ai miei occhi smarriti,

si tuffa verso di me, cola giù, soffoca, annega.

Se in qualche orribile sogno anche tu potessi metterti al passo

dietro il furgone in cui lo scaraventammo,

e guardare i bianchi occhi contorcersi sul suo volto,

il suo volto a penzoloni, come un demonio sazio di peccato;

se solo potessi sentire il sangue, ad ogni sobbalzo,

fuoriuscire gorgogliante dai polmoni guasti di bava,

osceni come il cancro, amari come il rigurgito

di disgustose, incurabili piaghe su lingue innocenti -

amico mio, non ripeteresti con tanto compiaciuto fervore

a fanciulli ansiosi di farsi raccontare gesta disperate,

la vecchia Menzogna: Dulce et decorum est

Pro patria mori. ( Dolce è morire per la patria).

 

Dopo la presentazione siamo sfilati  in un corteo  silenzioso nelle le vie cittadine, fino  al monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale in Piazza XX settembre. Qui, dopo la lettura ad alta voce della poesia  Sui Campi di Fiandra, abbiamo deposto una ghirlanda, seguita da un momento di silenzio e di raccoglimento , mentre ancora   riecheggiavano nella nostra mente  le parole  del poeta canadese John MacCrae:

……..

Noi siamo i Morti. Pochi giorni fa
eravamo vivi, sentivamo l'alba, vedevamo
risplendere il tramonto, amanti e amati.
Ma adesso giacciamo sui campi delle Fiandre.

Riprendete voi la lotta col nemico:
a voi passiamo la torcia, con le nostre
mani cadenti, e sian le vostre a tenerla alta.
e se non ci ricorderete, noi che moriamo,
non dormiremo anche se i papaveri
cresceranno sui campi di Fiandra.

 

                                                                                      Gli studenti

Gabriele Bianciardi, Alessandro Rosi, Elisa Nocenti, Federica Filingeri, Vladimir  Yerofyeyev, Barbafiera Tommaso.

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