Il famoso cuoco francese Thierry Marx, in visita alla Casa di Reclusione di Volterra per un incontro con gli studenti dell’Istituto alberghiero. E’ accaduto a fine Novembre, quando il grande chef ha tenuto una lezione ai ragazzi che stanno frequentando la seconda classe dell’alberghiero. L’incontro con i ragazzi e i detenuti della Casa di Reclusione volterrana non è stato casuale. Il cuoco, che ha ristoranti in Francia, Giappone e America, ed presente nelle più importanti guide enogastronomiche, dal 2002 è coinvolto nelle carceri, al fine di trasmettere la sua esperienza e, nel 2012, ha aperto nel quartiere di Ménilmontant a Parigi una scuola di formazione destinata principalmente a giovani difficili, privi di qualifiche. Queste esperienze lo hanno spinto a volere conoscere il progetto dell’I.T.C.G “F. NIccolini” di Volterra e della Casa di Reclusione di Volterra che unisce due realtà diverse, quella dei ragazzi e quella dei detenuti. Accompagnato dal Prof. Alessandro Togoli e supportato da un interprete, Thierry Marx, davanti alla platea dei diciotto studenti della 2AE dell’alberghiero, ha tenuto una lezione tecnica di quasi due ore, manifestando la sua meraviglia e soddisfazione per una esperienza a livello europeo, da lui definita, eccezionale e innovativa. Dopo essersi congratulato direttamente con i ragazzi per lo straordinario progetto di cui fanno parte, Thierry Marx ha dato alcuni suggerimenti utili per intraprendere con successo la carriera di chef. “Tre – ha ammesso lo chef francese – sono le cose fondamentali per un cuoco: i gesti, cioè il modo di lavorare in cucina che determina la qualità del piatto; il fuoco, ovvero la passione, l’amore e l’energia, necessari per la preparazione di ogni singolo piatto; il tempo, ossia la necessità di dedicare tutti i minuti ma anche le ore per elaborare un piatto degno di quel nome”.
I ragazzi, che hanno seguito attentamente le parole e i consigli dello chef, hanno poi chiesto a Marx il segreto per diventare un grande cuoco. La risposta di Marx è stata semplice: “se c’è la passione, c’è il progetto; se c’è il progetto, c’è la passione. Importante, sempre e in ogni attività intrapresa, dentro e fuori l’ambito enogastronomico, è credere nei sogni e mai smettere di sognare, essere determinati nel raggiungere gli obiettivi e perseverare, anche se tutto sembra andare per il verso sbagliato”.
E alla domanda “quale cucina, tra quella francese e italiana, sia la migliore?”, lo chef parigino, pur ammettendo che la Francia sia la patria della cucina, ha dichiarato che l’Italia è quella nazione che, da sempre, ha la straordinaria capacità di realizzare grandi piatti con pochi alimenti. Un ‘arte che deve essere valorizzata e mantenuta e che deve insegnare alle giovani generazioni di cuochi italiani ad apprezzare i piatti poveri, purché realizzati con fantasia e passione.
Volterra, 12 Novembre 2014
Responsabile comunicazione
Itcg “F.Niccolini”